Blockchain e Smart Contract: Sviluppi Normativi e Applicazioni tra Opportunità e Rischi

Blockchain e Smart Contract: Sviluppi Normativi e Applicazioni tra Opportunità e Rischi

24.9.2025

Di Alessandro Mirani

La transizione digitale che caratterizza la quarta rivoluzione industriale investe l’intero tessuto sociale ed economico, ponendo l’accento sulla necessità di sistemi sicuri, trasparenti e automatizzati per gestire informazioni e transazioni. In questo scenario, la blockchain e gli smart contract rappresentano tecnologie abilitanti dirompenti, capaci di innovare profondamente modelli organizzativi, giuridici ed economici – dalle filiere industriali al mondo finanziario, dal diritto del lavoro al mercato dell’arte. In questo articolo analizzeremo gli sviluppi tecnici e normativi basati su queste soluzioni, discutendo le principali opportunità e criticità.

Fondamenti tecnologici: blockchain e smart contract

La blockchain può essere definita come un registro distribuito digitale (“distributed ledger technology” - DLT) strutturato in una successione di blocchi collegati crittograficamente, replicato su una rete peer-to-peer decentralizzata, pubblica o privata. Ogni blocco, validato tramite algoritmi di consenso (tipicamente Proof of Work o Proof of Stake), contiene transazioni immodificabili, garantendo trasparenza, resistenza alle manipolazioni, auditabilità e riduzione della dipendenza da intermediari centrali.

Gli smart contract, teorizzati per la prima volta da Nick Szabo negli anni ’90, sono “contratti auto-esecutivi” in cui le condizioni e le azioni sono espresse in codice informatico e memorizzate in una blockchain. Questi programmi, una volta distribuiti, vengono eseguiti automaticamente al verificarsi delle condizioni prefissate (“if this, then that”), eliminando l’arbitrarietà e riducendo i tempi, i costi e i rischi associati all’intermediazione fiduciaria. La piattaforma Ethereum, lanciata nel 2015, ha reso celebre la possibilità di implementare smart contract Turing-completi, ampliando il paradigma verso logiche complesse e decentralizzate.

Principali aree applicative

I casi d’uso sono molteplici e in costante evoluzione; ancora si può distinguere tra ambiti di tracciabilità (supply chain, filiera agroalimentare), sistemi di pagamento e tokenizzazione di asset (finanza decentralizzata, NFT), pubblica amministrazione, lavoro e gestione documentale:

  • Tracciabilità: aziende come IntegrityKEY hanno integrato blockchain Algorand e smart contract per la tracciabilità di prodotti agroalimentari, certificando ogni passaggio, dalla produzione alla distribuzione, a tutela di qualità e sicurezza e contro il rischio di contraffazioni.
  • Mercato dell’arte e NFT: la blockchain, associata ai Non-Fungible Token (NFT), consente di certificare la proprietà e l’unicità di opere digitali, ridefinendo le logiche del mercato e della collezione di arte “criptata”.
  • Contratti di lavoro: progetti sperimentali come “D-ES - Decentralized Employment System” mostrano come lo smart contract possa automatizzare la gestione del rapporto di lavoro, semplificando pratiche burocratiche e garantendo tracciabilità e adempimento degli obblighi legislativi.

Principi e quadro normativo

L’evoluzione normativa, sebbene disomogenea e ancora in itinere, sta recependo a livello internazionale ed europeo la natura e gli effetti degli smart contract e delle soluzioni DLT:

  • A livello europeo, le principali istituzioni hanno riconosciuto la blockchain come tecnologia abilitante per una data economy fondata su trasparenza e fiducia. Il Parlamento Europeo ha spinto per il framework regolatorio, istituendo l’“EU Blockchain Observatory and Forum” e progetti come EBSI, oltre alle raccomandazioni del CEN-CENELEC in tema di standardizzazione.
  • Nel contesto italiano, l’articolo 8 del D.L. 135/2018 ha dato per la prima volta una definizione legale alle DLT e agli smart contract, affidando all’AgID la definizione di requisiti tecnici affinché essi producano effetti giuridici equiparabili alla validazione temporale elettronica. Più precisamente, lo smart contract è definito come programma che esegue clausole negoziali su DLT, vincolando automaticamente le parti e soddisfacendo – previa identificazione informatica – il requisito della forma scritta.

Parallelamente, l’approccio comparato (ad es. draft Banca d’Italia-UCSC-RomaTre, 2023) distingue fra smart contract code (codice puro) e smart legal contract (accordo negoziale eseguibile su blockchain), sottolineando la complessità della trasposizione “one-to-one” tra linguaggio normativo e codice, soprattutto nei più articolati rapporti giuridici.

Criticità ed elementi di dibattito giuridico-critico

Se, da una parte, l’adozione di blockchain e smart contract apre prospettive di innovazione radicale, non mancano criticità:

  • Immutabilità vs. Modificabilità: la natura permanente della blockchain non sempre si concilia con esigenze di rettifica, aggiornamento o tutela di diritti (pensiamo al diritto all’oblio del GDPR, alle impugnazioni per vizio del consenso nei contratti).
  • Asimmetrie e disparità contrattuali: il diritto del lavoro, ad esempio, presenta una fisiologica asimmetria fra le parti, poco compatibile con la “parità algoritmica” tipica degli smart contract. Serve un quadro giuridico che concili la rigidità del codice con i valori di tutela ed equità che ispirano il rapporto di lavoro.
  • Problematiche probatorie: la distribuzione geografica e la pseudo-anonimizzazione degli attori pone nuovi problemi circa la legge applicabile, la competenza giurisdizionale, la validità probatoria di firme digitali e hash e l’effettiva imparzialità della blockchain.
  • Vulnerabilità ed errori nel codice: l’immutabilità dello smart contract comporta che ogni errore, bug o attacco si “solidifichi” nella rete (caso celebre: Ethereum DAO Hack 2016), imponendo soluzioni di audit preventivo e meccanismi di aggiornamento sicuri.
  • Impatto ambientale: specialmente nelle blockchain pubbliche di tipo Proof-of-Work come Bitcoin, il consumo energetico elevato determina criticità ambientali e di sostenibilità.

Caso di studio - IntegrityKEY: blockchain e smart contract nella tracciabilità agroalimentare

Il progetto IntegrityKEY, sviluppato come Proof of Concept da una start-up innovativa marchigiana, rappresenta un esempio concreto di impiego efficiente e trasparente della blockchain Algorand nella supply chain agroalimentare.

In questa soluzione, lo smart contract – scritto in linguaggio PyTeal e distribuito via Algorand – automatizza la registrazione dei passaggi di proprietà e delle trasformazioni produttive, certifica eventi e “taglia” i tempi di controllo. Il database, integrato su Django, permette di tracciare e rendere immutabili informazioni e documenti (certificati di origine, date, forniture), offrendo a PMI e consumatori la certezza dell’autenticità e della provenienza del prodotto dall’origine al consumo.

Tali processi:

  • ridimensionano il rischio di frodi e contaminazioni (es. scandali alimentari),
  • semplificano la conformità normativa e le ispezioni,
  • facilitano la consultazione di dati e audit per enti e consumatori.

Allo stesso tempo, la rigidità degli smart contract richiede una cura estrema in fase di progettazione, validazione del codice e upgrade secondo le necessità dinamiche del business.

Opportunità e prospettive

Implementare blockchain e smart contract nei processi pubblici e privati consente molteplici vantaggi:

  • Dematerializzazione, trasparenza, tracciabilità, con impatti sistemici sulla riduzione di frodi, inefficienze e costi intermediari;
  • Automazione e certezza nell’esecuzione, riducendo contenziosi giudiziari e abilitando meccanismi di controllo real-time (audit, compliance, filiere complesse, welfare automatizzato);
  • Promozione di nuovi modelli di business e creatività digitale, come nel caso degli NFT (tokenizzazione di arte, musica, proprietà intellettuale);
  • Inclusione finanziaria e innovazione in PA, social lending e pagamenti pubblici;
  • Riaffermazione dell’empowerment degli attori, laddove il registro distribuito consente la verifica indipendente degli eventi (il singolo lavoratore, artista o produttore può vedere certificata e tutelata la propria attività).

Conclusioni: verso una governance multilivello e “legal design” degli smart contract

La “smartizzazione” dei contratti e delle relazioni economiche reca con sé opportunità e rischi. È quindi essenziale integrare competenze giuridiche, informatiche, ingegneristiche e di policy, affinché il codice sia effettivamente “lawful by design”.

Norme, best practice e modelli di governance vanno armonizzati a livello multipolare (nazionale, europeo, internazionale), con particolare attenzione a:

  • accessibilità e interoperabilità delle piattaforme,
  • prevenzione dell’abuso di posizione contrattuale,
  • meccanismi di aggiornamento e “escape clauses” (“kill switch”, oracle, layer di governance, arbitrati digitali),
  • sicurezza del codice e audit algoritmico,
  • adattamento costante a principi fondamentali di equità, protezione dati e buon andamento delle istituzioni.

Solo proseguendo in questa direzione, un “nuovo” diritto dei contratti e dei beni digitali, ibrido e interoperabile tra codice e norma, potrà realmente cogliere il potenziale della blockchain e degli smart contract, valorizzando trasparenza, efficienza, responsabilità e dignità delle parti nelle società future.

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